LA TIEPIDEZZA

   1.  "La carità ama la perfezione, per coseguenza aborrisce la tiepidezza con la quale servono taluni Dio, con gran pericolo di perdere la carità, la divina grazia, l'anima e tutto".

 

   2.   Bisogna però avvertire che vi sono due sorta di tiepidezza, l'una inevitabile e l'altra evitabile. L'inevitabile è quella di cui non sono esenti neppure i santi; e questa comprende tutti i difetti che da noi si commettono senza piena volontà, ma solo per la nostra fragilità naturale.

 Tali sono le distrazioni nell'orazione, i disturbi interni, le parole inutili, le vane curiosità, i desideri di comparire, i gusti nel mangiare e nel bere, i moti di concupiscienza non subitamente repressi, e simili. Questi difetti dobbiamo noi evitarli quanto possiamo; ma, per cagion della debolezza di nostra natura infettata dal peccato, è impossibile evitarli tutti. Dobbiamo bensì detestarli dopo averli commessi, perchè sono disgustosi a Dio: ma, come avvertimmo nel capitolo antecedente, ci dobbiamo guardare di disturbarci per quelli. Scrisse San Francesco di Sales: "Tutti quei pensieri che ci danno inquietudine non sono da Dio che è principe di pace, ma provengono sempre dal demonio o dall'amor proprio o dalla stima che facciamo di noi stessi".

 

   3.   Tali pensieri pertanto che ci inquietano bisogna subito rigettarli e non farne conto. Dice il medesimo santo che i difetti indeliberati, siccome involontariamente si fanno, così anche involontariamente si cancellano. Un atto di dolore, un atto di amore basta a cancellarli.

       ...Un atto fervente di amore divino distrugge tutti i difetti che abbiamo nell'anima. Los tesso effetto fa la santa Comunione, secondo quel che abbiamo nel Concilio di Trento (Sess. XIII, e. 2), ove chiamasi l'Eucarestia Antidoto col quale siamo liberati dalle colpe quotidiane. Sicchè tali difetti sono bensì difetti ma non impediscono la perfezione.

 

   4.   La tiepidezza poi, che impedisce la perfezione è la tiepidezza evitabile, quando taluno commette peccati veniali deliberati; poichè tutte queste colpe commesse ad occhi aperti ben possono dalla divina grazia evitarsi anche nello stato presente. Quindi diceva S. Teresa: "Da peccato avvertito, per molto piccolo che sia, Dio vi liberi". Tali sono per esempio le bugie volontarie, le piccole mormorazioni, le imprecazioni, i risentimenti di parole, le derisioni del prossimo, le parole pungenti, i discorsi di stima propria, i rancori d'animo nutriti nel cuore, le affezioni disordinate a persone di diverso sesso. "questi sono certi vermi, scrisse la stessa S. Teresa, che non si lasciano conoscere, finchè non abbiano corrose le virtù". Onde la santa avvertì in altro luogo: "Per mezzo di cose piccole il demonio va facendo buchi per dove entrano cose grandi".

 

   5.   Bisogna dunque tremare di tali difetti deliberati, mentre Dio per quelli restringe la mano ai lumi più chiari e agli aiuti più forti, e ci priva delle dolcezze spirituali; e quindi ne nasce che l'anima fa le cose spirituali con gran tedio e pena, e così poi comincia a lasciar l'orazione, le comunioni, le visite al Sacramento, le novene; ed infine facilmente lascerà tutto, com'è avvenuto non di rado a tante anime infelici.

 

   6.   È meglio essere freddo, perchè il freddo può più facilmente emendarsi, scosso dal rimorso della coscienza, ma il tiepido fa l'abitudine a dormire nei propri difetti senza pigliarsene pena e senza pensare ad emendarsi, e così rendesi quasi disperata la sua cura. Diceva il Venerabile Padre Luigi da Ponte che egli aveva commessi innumerevoli difetti nella sua vita, ma che non aveva mai fatto pace coi difetti. Taluni fanno pace coi difetti, e quindi avviene la loro rovina, specialmente quando il difetto è con attacco di qualche passione di stima propria, di voler comparire, di accumular danari, di rancore verso alcun prossimo o di affezione disordinata con persone di diverso sesso. Allora vi è gran pericolo che i capelli diventino per quell'anima, come diceva S. Francesco d'Assisi, catene che la tirino all'inferno. Almeno quell'anima non si farà più santa, e perderà quella gran corona che Dio le apparecchiava se fosse stata fedele alla grazia. L'uccello, quando è sciolto da ogni laccio, subito vola: l'anima, quando è sciolta da ogni attacco terreno, subito vola a Dio; ma se sta legata, ogni filo basterebbe ad impedire il camminare a Dio. Oh quante persone spirituali non si fanno sante perchè non si fan forza a sbrigarsi da certi piccoli attacchi!

 

   7.   Tutto il danno viene dal poco amore che si porta a Gesù Cristo. Coloro che sono gonfi della stima di se medesimi, quei che spesso si accorano per gli eventi difformi al loro desiderio, che sono molto indulgenti a se stessi per timore della loro salute, che tengono il cuore aperto agli oggetti esterni e la mente sempre distratta, con avidità di ascoltare e sapere tante cose che non tendono al divino servizio, ma solo a contentare il proprio genio; quei che si risentono ad ogni minima disattenzione che apprendono di aver ricevuta da alcuno, dal che poi ne avviene che spesso si turbano, e mancano all'orazione o al loro raccoglimento, ora tutti devoti e giubilanti, ora tutti impazienti e mesti, siccome accadono le cose a seconda o contra del loro umore, questi non amano o molto poco amano Gesù Cristo, e discreditano la loro devozione.