Rappresenta la patologia reumatologica più comune. L'osteartrosi, benchè sia un processo degenerativo cronico, è spesso caratterizzata dalla riaccensione acuta dei disturbi. Caratteristica peculiare di questa patologia è la perdita della cartilagine, la membrana che tapezza le estremità delle ossa che fra loro si articolano. Il sintomo più frequente lamentato dal malato è il dolore, che si accentua col movimento e tende a ridursi con il riposo. Altra caratteristica è la rigidità mattutina, al risveglio, generalmente di breve durata.


Quando la degenerazione dell'articolazione è evoluta, il malato presenta una limitazione delle funzioni articolari, più o meno invalidante a seconda delle sedi coinvolte. Il processo degenerativo localizzato all'anca e al ginocchio può ostacolare il cammino, mentre l'artrosi delle mani può compromettere la destrezza e la forza necessarie per diversi atti quotidiani. Poi l'artrosi può anche interessare la colonna vertebrale, alterando l'architettura della vertebra e determinando la formazione di osteofiti, speroni ossei, anomali accumuli di calcio a carico delle diverse parti del corpo vertebrale.


L'artrosi ha una prevalenza (la prevalenza indica il numero di individui malati in una determinata popolazione) che aumenta costantemente dopo i 50 anni di età, colpendo in tale fascia il sesso femminile.

Non esistono specifici test diagnostici in chi si ritrova alle prese con i disagi dell'artrosi: è presente un aumento generico della VES (la velocità di eritrosedimentazione del sangue) e della PCR (la proteina C reattiva), mentre l'aumento dei globuli bianchi è modesto. L'esame radiologico delle articolazioni interessate mostra un restringimento dello spazio articolare e il riscontro dei famigerati "speroni ossei".

 

Che il freddo possa scatenare l'artrosi è una pura credenza popolare. Vero, invece, è che le variazioni climatiche si fanno sentire nei pazienti già alle prese con i disagi di questa malattia. Le bizzarrie del clima vanno a infierire sulla parte malata stimolando verosimilmente la diffusione fuori dalle cellule di specifiche sostanze (le citochine), che accentuano l'infiammazione.

 

Ma gli specialisti concordano: non sono tanto il freddo e l'umidità ad agire in questo senso, quanto gli sbalzi della pressione atmosferica. Insomma, soltanto se è già malmessa, una giuntura soffre a causa del tempo instabile.

  • Approccio non chirurgico

Oltre alla terapia farmacologica, basata nella maggior parte dei casi su farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e alla terapia fisica (Ultrasuoni, Radarterapia, Marconiterapia, TENS), sono utili la chinesiterapia e la fangobalneoterapia: lo scopo della chinesiterapia è facilitare e conservare la mobilità articolare, ridurre gli effetti dell'ipotrofia muscolare legata allo scarso utilizzo articolare, combattere le posizioni viziate e favorire l'apprendimento di posture e movimenti corretti. La fangobalneoterapia agisce sulle articolazioni colpite da artrosi con bagni, fanghi, grotte e vapori: i meccanismi alla base del beneficio sono solo in parte conosciuti.

  • Chirurgico

Qualora l'artrosi non risponda più a terapia farmacologica, fisica o chinesiterapica facendo scadere la qualità della vita sia per il dolore che per la limitazione funzionale, la chirurgia ortopedica può essere risolutiva. Sicuramente efficaci, soprattutto nei difetti di allineamento articolare, sono le osteotomie (sezioni ossee al di fuori delle articolazioni che ristabiliscono il corretto asse articolare). Le artrodesi sono interventi in cui i capi articolari artrosici vengono "fusi", così che da due o più ossa articolate si venga a creare un unico segmento osseo. La pulizia articolare o debridment indica l'asportazione chirurgica di frammenti articolari "levigando" le superfici per ritardare interventi più radicali; negli ultimi tempi a tale metodica si associa il trapianto, nelle aree artrosiche, di tasselli di cartilagine prelevati da regioni articolari meno sollecitate. Notevole sviluppo ha avuto di recente la chirurgia protesica. Tra le protesi articolari più impiantate quelle per anca, ginocchio e spalla.

 


  • Alimenti consigliati

Privilegiare un regime alimentare vegetariano "permissivo" basato su un adeguato consumo (in grado di soddisfare i fabbisogni energetici e nutrizionali individuali) di cereali integrali, legumi, uova, pesce pescato in mare, latticini "magri", soia e derivati, noci, mandorle, nocciole e semi oleosi, frutta e verdura fresche biologiche.

  • Alimenti da evitare

Bevande alcoliche, caffè, tè, zucchero (saccarosio), cereali raffinati, burro, panna, margarina, salumi, insaccati, tagli di carne bovina e di pollame a elevata percentuale di lipidi, prodotti industriali addizionati con additivi e/o contenenti grassi trans.

Limitare l'apporto di formaggi stagionati (escluso il Parmiggiano reggiano).

 

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