COME USCIRE DALLA TIEPIDEZZA

   8.   Cinque sono i mezzi per uscire dalla tiepidezza ed incamminarsi nella perfezione.

 

1° Il desiderio di quella.

2° La risoluzione di giungervi.

3° L'orazione mentale.

4° La frequenza della comunione.

5° La preghiera.

 

   9.   Il primo mezzo dunque è il desiderio della perfezione. I desideri santi sono le ali che ci fanno alzare da terra; poichè, come dice S. Lorenzo Giustiniani, il santo desideri, da una parte dà forza di cammminare alla perfezione, e dall'altra alleggerisce la pena del cammino; chi veramente desidera la perfezione non lascia mai di andare avanzandosi in quella, e se non lascia, finalmente vi arriverà. All'incontro chi non la desidera sempre andrà indietro, e sempre si troverà più imperfetto di prima. Dice S. Agostino che nella via di Dio il non avanzarsi è tornare indietro.

     Chi non si fa forza per andare avanti si troverà sempre indietro, trasportato dalla corrente della nostra natura corrotta.

 

   10.   È un grande errore poi quel che dicono alcuni: Dio non vuole tutti santi. No, dice S. Paolo: "Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione (1° Tess. IV, 3). Iddio vuol tutti santi, e ognuno nello stato suo, il religioso da religioso, il sacerdote da sacerdote, il maritato da maritato, il mercante da mercante, il soldato da soldato, e così parlando d'ogni altro stato. Son troppo belli i documenti che su questa materia dà la mia grande avvocata S. Teresa. In un luogo dice. "I nostri pensieri siano grandi, chè di qua verrà il nostro bene". In altro luogo dice: "Non bisogna abolire i desideri, ma confidare in Dio, chè sforzandoci noi, a poco a poco potremo arrivare dove con la divina grazia arrivarono molti santi". E in conferma di ciò ella attestava aver l'esperienza che le persone animose in poco tempo avean fatto gran profitto: "Poichè, diceva, il Signore talmente si compiace dei desideri, come se fossero eseguiti". In altro luogo dice: "Iddio non fa molti segnalati favori, se non a chi molto desiderato il suo amore". Dice di più in altro luogo: "Dio non lascia di pagare qualunque buon desiderio in questa vita, mentr'egli è amico di anime generose, purchè vadano diffidate di loro stesse". Di tale spirito generoso appunto era dotata la santa, onde giunse una volta a dire al Signore che se in paradiso avesse veduti altri che godessero più di lei, ciò non le importava, ma che poi non ne avesse avuto a vedere chi più di lei lo amasse, dicea che non sapeva come avesse potuto sopportarlo...

 

   11.   Bisogna dunque farsi animo grande: Buono è il Signore con l'anima che lo cerca (Thren. III, 25). Dio è troppo buono e liberale con chi lo cerca di cuore. Nè i peccati commessi ci possono impedire di farci santi. Avverte Santa Teresa: "Il demonio procura che paia superbia l'aver desideri grandi e voler imitare i santi, ma giova molto il farsi animo a cose grandi, che quantunque l'anima non abbia sùbito forza, dà nondimeno un generoso volo, e arriva molto avanti". Scrive L'Apostolo: "Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio" (Rm VIII, 28). E aggiunge a commento: "Anche i peccati commessi possono cooperare alla nostra santificazione, in quanto la loro memoria ci rende più umili e più grati, vedendo i favori che Dio ci dispensa dopo che l'abbiamo tanto offeso". Io no posso niente, deve dire il peccatore, nè merito niente, altro non merito che l'inferno; ma ho a che fare con un Dio di bontà infinita che ha promesso di esaudire ognuno che prega; ora, giacchè egli mi ha cacciato dallo stato di dannazione e vuole ch'io mi faccia santo, e già mi offre il suo aiuto, ben posso farmi santo, non con le forze mie, ma con la grazia del mio Dio che mi conforta : "Tutto posso in Colui che mi dà forza" (Fil. 4, 13). Allorchè abbiamo dunque buoni desideri, bisogna che ci facciamo animo e, fidati in Dio, procuriamo di metterli in esecuzione, ma se poi troviamo impedimento in qualche impresa spirituale, quietiamoci nella divina volontà. Il volere di Dio deve preferirsi ad ogni nostro buon desiderio. Santa Maria Maddalena de'Pazzi si contentava più presto di restar priva d'ogni perfezione, che averla senza il volere di Dio.

 

   12.   Il secondo mezzo per la perfezione è la risoluzione di darsi tutto a Dio. Molti sono chiamati alla perfezione, sono spinti a quella dalla grazia, acquistano desiderio di quella; ma, prchè poi non si risolvono, vivono e muoiono nel lezzo della loro vita tiepida ed imperfetta. Non basta il desiderio della perfezione, se non vi è ancora una ferma risoluzione dei conseguirla. Quante anime si pascono da soli desideri, ma non danno mai un passo nella via di Dio! Questi sono quei desideri di cui parla il Savio: I desideri uccidono il pigro (Prov XXI, 25). Il pigro sempre desidera, e non si risolve mai di prendere i mezzi propri del suo stato per farsi santo. Dice: Oh se stessi in un deserto e non in quella casa! Oh se potessi andare a vivere in un altro monastero, vorrei darmi tutto a Dio! E frattanto non può soffrire quel compagno, non può sentire quella parola di contraddizione, si dissipa in molte cure inutili, commette mille difetti, di gola, di curiosità e di superbia: e poi sospira al vento: Oh se avessi, oh se potessi, ecc. Tali desideri fan più danno che utile; perchè taluno si pasce di quelli, e frattanto vive e seguita a vivere imperfetto.

     Diceva San Francesco di Sales: "Io non approvo che una persona attaccata a qualche obbligo o vocazione si fermi a desiderare un'altra sorta di vita, fuori di quella ch'è convenevole all'ufficio suo, nè altri esercizi incompatibili al suo stato presente; perchè ciò dissipa il cuore e lo fa languire negli esercizi necessari".